Dai nostri database, oltre che dalla nostra esperienza personale sui dossier in corso, rileviamo che tutti i giorni nascono e si concludono deal di M&A. Si tratta di deal in cui, naturalmente, investitore e venditore trovano un accordo sulle condizioni che definiscono l’affare. Il fatto che si trovi una quadra implica che si siano trovate delle condizioni di mutua convenienza.
Questo ci impone delle considerazioni metodologiche in materia di valutazioni di azienda in tempi di Covid-19. Oggi ci sono settori completamente fermi, altri che lavorano a scartamento ridotto e/o in condizioni proibitive. E’ chiaro che le valutazioni nelle operazioni di M&A in corso non possono basarsi sui risultati correnti; se così fosse le valutazioni sarebbero fortemente penalizzanti per il venditore e non si troverebbe nessun accordo. Il compromesso lo si trova tramite la neutralizzazione (“normalizzazione”) della straordinarietà delle situazioni in corso. Così come normalmente proventi ed oneri straordinari non vengono considerati nell’ambito di una valutazione d’azienda, lo stesso principio generale si applica, mutatis mutandis, nelle valorizzazioni in tempi di Covid-19. Il focus potrebbe dunque anche porsi sulle previsioni 2021.
Le prime ricerche sull’andamento del M&A nel 2020 non paiono confutare queste nostre considerazioni. Il Sole 24 Ore del 21/04 cita una ricerca KPMG che raffronta le transazioni del primo trimestre 2020 all’analogo periodo del 2019 in Italia: quest’anno abbiamo avuto 231 deal per un valore di 9,2 miliardi di €; l’anno scorso 213 deal per un controvalore di 6,6 mld di €: il primo trimestre è decisamente migliorato sia in termini di numero di operazioni che di controvalore. A marzo, in effetti, si è registrato un rallentamento prevalentemente causato dal congelamento e rinvio di molti deal per effetto dell’outbreak e delle complicazioni logistiche e lavorative che si sono generate per tutti noi. E’ comunque probabile che questi deal si concludano in corso d’anno senza inficiare il bilancio annuale delle operazioni 2020.
Bisogna inoltre tener conto che, come anche evidenziato da un’altra recente ricerca in UK di Dealsuite:
- taluni settori potrebbero essere addirittura favoriti dall’outbreak con conseguenze anche in termini di M&A: Health care, Food & Beverage e IT per citarne alcuni.
- Le usuali divergenze di valorizzazione tra venditore e investitore, normalmente elevate, potrebbero assestarsi su valori più realistici favorendo il rapido raggiungimento di un accordo.
- In taluni settori i processi fisiologici di consolidamento potrebbero essere stimolati o accelerati dal contesto attuale.
Non esitate a chiamarci per ulteriori riflessioni e commenti sull’argomento.
Riccardo Bàrbera